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Risarcimento danni per errore medico: tempistiche di prescrizione

unknown BOSCOLO • dic 20, 2023

Risarcimento danni per errore medico: tempistiche di prescrizione

Comprendere le tempistiche per agire in caso di errore medico è cruciale per assicurare che i diritti delle vittime siano tutelati e che possano ottenere un adeguato risarcimento.



Se hai subito un danno a causa di un errore medico, questo articolo è pensato per guidarti attraverso le complessità della prescrizione, assicurando che tu possa intraprendere le azioni legali necessarie per ottenere il risarcimento per errore medico.

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Indice dei Contenuti :


● Introduzione alla prescrizione nel risarcimento danni per errore medico

● Differenza tra responsabilità contrattuale e extra-contrattuale

● Casi particolari e decorrenza

● Prescrizione in caso di decesso del paziente

● Conclusioni e Consigli Pratici 

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Introduzione alla prescrizione nel risarcimento danni per errore medico

Quando si tratta di risarcimento danni per errore medico, è essenziale comprendere che ci sono dei termini specifici entro cui è necessario agire.


La legislazione italiana stabilisce dei termini di prescrizione che cambiano a seconda della natura dell'azione legale intrapresa.


Differenza tra responsabilità contrattuale e extra-contrattuale

Nella giurisprudenza italiana, la distinzione tra responsabilità contrattuale e extra-contrattuale in ambito medico è di fondamentale importanza per comprendere e applicare correttamente le norme che regolano i termini di prescrizione.


 La responsabilità contrattuale nasce quando il danno è collegato a un inadempimento di obbligazioni derivanti da un contratto, esplicito o implicito, come quello che si instaura tra paziente e medico o struttura sanitaria.


Ad esempio, se un paziente subisce un danno a causa di un intervento chirurgico non eseguito con la dovuta perizia, è possibile che vi sia un inadempimento contrattuale.


Al contrario, la responsabilità extracontrattuale, regolata dagli articoli 2043 e seguenti del Codice Civile, si riferisce ai casi in cui si verifica un danno ingiusto a causa di un atto illecito che non è collegato al mancato adempimento di un contratto.


In campo medico, questa si applica ad esempio quando il danno è provocato da un medico che non ha un rapporto contrattuale diretto con il paziente (come potrebbe succedere in un pronto soccorso).


 La Legge Gelli-Bianco, intervenendo sull'articolo 7, ha portato chiarimenti e novità rispetto a tale distinzione, influenzando quindi anche la determinazione dei termini di prescrizione.


 Mentre per la responsabilità contrattuale il termine di prescrizione è generalmente di dieci anni, per quella extra-contrattuale si parla di cinque anni.


Tale termine decorre dal momento in cui il danno è stato scoperto e, nel caso di errore medico, può iniziare quando il paziente diviene consapevole del nesso causale tra il danno subito e l'atto medico eseguito. 


Casi particolari e decorrenza

La Corte di Cassazione, nell'ambito delle sue funzioni di massimo organo di giudizio in Italia, ha avuto modo di pronunciarsi su situazioni in cui la rilevazione del danno e la sua attribuzione a un errore medico non sono immediate, ma emergono solo in un secondo momento.


 Questo si verifica specialmente in circostanze complesse, dove l'effetto dannoso dell'atto medico non è immediatamente evidente.


Un esempio emblematico è il caso delle trasfusioni di sangue infetto. In queste situazioni, il paziente potrebbe ricevere sangue contaminato da agenti patogeni, come virus, che non manifestano la loro presenza o le loro conseguenze nocive fino a quando non si sviluppa una malattia.


Talvolta, possono passare anni prima che la malattia si manifesti e sia diagnosticabile.


La Corte di Cassazione ha chiarito che in tali circostanze il termine di prescrizione per far valere i propri diritti in sede legale inizia a decorrere non dalla data in cui è stato compiuto l'atto medico, ma dal momento in cui il paziente diventa effettivamente consapevole del danno subito e riesce a collegarlo a quell'atto medico specifico. 


Prescrizione in caso di decesso del paziente

Quando si verifica il decesso di un paziente a causa di un errore medico, si apre un complesso scenario giuridico relativo alla prescrizione per la richiesta di risarcimento.


In Italia, la situazione si complica ulteriormente per via della distinzione tra i diritti dei parenti a ricevere un risarcimento per il danno subito direttamente dalla vittima, che loro ereditano, e il risarcimento per il proprio danno morale, detto anche danno da perdita parentale.


 Nel primo caso, i parenti agiscono in qualità di eredi della vittima e quindi subentrano nei suoi diritti, compreso quello al risarcimento per i danni subiti direttamente dalla vittima stessa a causa dell’errore medico.


Qui, i termini di prescrizione decorrono dal momento in cui il danno è stato provocato, seguendo le regole generali relative alla prescrizione del diritto al risarcimento dei danni da errore medico.


D'altro canto, quando i familiari richiedono un risarcimento per il proprio danno morale, ossia il danno derivante dalla perdita di un legame parentale, la questione si differenzia.


Tale richiesta di risarcimento nasce da un diritto proprio e autonomo dei parenti, che non è trasmissibile e non si confonde con quello della vittima.


In questa situazione, il termine di prescrizione per i familiari comincia a decorrere dalla data del decesso del paziente. 


Conclusioni

Ricorda che in ogni situazione di malasanità o errore medico l'assistenza di un avvocato specializzato può fare una grande differenza.


Non esitare a cercare consulenza legale per ottenere il supporto necessario per affrontare le complessità del sistema legale e far valere i tuoi diritti al risarcimento.


Se pensi di essere stato vittima di un errore medico contattaci all' 800 034593 per richiedere una consulenza gratuita.


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